"Siculiana... nella contrada Solfarello vi è una solfara a 9 miglia dal mare che si cava per l'intero anno. Esportazione: biade, vi...
Lirica del poeta Stefano Bissi dedicata a Giuseppe Basile, il medico garibaldino originario di Siculiana. Ai nipoti del prode chirurgo ...
La cooperativa, costituita nel 1964, ha costruito lo stabilimento nel 1972; la realizzazione ha permesso agli agricoltori associati di tras...
breve periodo Direttore Provinciale del Tesoro di Caltanissetta. Rientrato a Roma con la qualifica di Dirigente Superiore, fu Consigliere Ministeriale sino al suo collocamento in pensione avvenuto nel marzo del 1998. Vedovo, vive a Roma con due figlie.
BASILE GIUSEPPE (1931) Coniugato con Santa La Vecchia. Laureato in Giurisprudenza, visse con la famiglia per circa vent’anni a Padova in se...
Dopo quattro anni di corso nella la facoltà di Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi la Sapienza di Roma, si laureò in Giuris...
BASILE SILVIO (1932-2000) Laureato in Ingegneria svolse il suo primo giovanile impiego presso le miniere di zolfo in provincia di Caltanisse...
Valente Medico-Chirurgo intraprese, dopo la laurea conseguita nel 1890, la carriera universitaria nel campo della igiene e profilassi, dell...
BASILE LUIGI (1964) Laureato in Medicina e Chirurgia svolge intensa attività di Neurochirurgo presso il Policlinico Universitario di Palerm...
Nipote celibe del chirurgo garibaldino Giuseppe ereditò, dopo la laurea conseguita nel 1882, la farmacia paterna, avviata all’origine dallo zio garibaldino anch’esso farmacista oltre che chirurgo. Dopo la morte del padre si dedicò, insieme al fratello medico Giuseppe, alla conduzione dello stabilimento vinicolo “Luigi Basile & Figli” cessando definitivamente tale attività nel 1919, dopo la morte del fratello. Proprietario tra l’altro di una estesa piantagione di ulivi, si dedicò all’industria olearia con eccellenti risultati commerciali e per tale attività venne menzionato nella “Guida Generale dell’Annuario Italiano dell’Agricoltura, Industria, Commercio, Arti e Professioni d’Italia” Edizione 1937/1938, alla pagina 1307, sotto la voce “Siculiana”, esistente presso la biblioteca dell’Archivio Centrale dello Stato.
Nipote celibe del chirurgo garibaldino Giuseppe ereditò, dopo la laurea conseguita nel 1882, la farmacia paterna, avviata all’origine dall...
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Luigi Basile, fratello di G. Basile, fondatore dell'omonima azienda vinicola |
Il farmacista Basile venne sequestrato all’imbrunire, nelle vicinanze della sua tenuta di campagna, mentre rientrava in paese a cavallo alla sua mula, lungo la “ trazzera”, ancora oggi denominata di S.Rocco, fiancheggiata di filari di viti. Fu tenuto nascosto per oltre un mese nelle campagne di Grotte, un paese della provincia di Girgenti (Agrigento) cui faceva parte lo stesso Comune di Siculiana. La richiesta di riscatto pervenne alla famiglia quasi subito e alla quale non potette sottrarsi provvedendo pertanto al relativo pagamento, avendo cura, però, di contrassegnare, con astuzia e in modo quasi invisibile, le monete d’argento oggetto del riscatto, al fine di un eventuale ipotetico riconoscimento nel caso in cui le monete fossero state messe in circolazione nel circondario di Siculiana. In quella occasione giunse da Caprera a Siculiana il fratello medico garibaldino Giuseppe il quale pare si sia interessato della spinosa questione presso le autorità istituzionali e di polizia di Girgenti.
La segnatura delle monete versate per il riscatto fu un’idea indovinata perché un tizio, sicuramente inesperto in operazioni criminali del genere, soprannominato il “Greco” in quanto sposato con una cittadina greca, si presentò alla farmacia del figlio del sequestrato, pagando stupidamente alcuni farmaci con una moneta (tra l’altro di grosso taglio) proveniente dal riscatto e quindi subito riconosciuta per quella segnatura che vi era stata preventivamente, con buon senso, scalfita. Scattò immediatamente la denuncia che portò dopo pochi giorni all’arresto dei sequestratori (tre o quattro) con conseguente processo presso il tribunale di Girgenti. Il farmacista Basile fece erigere sul luogo dove avvenne il suo sequestro una Cappellina votiva per la costruzione della quale chiese dispensa al Sommo Pontefice Leone XIII con apposita supplica. La suddetta Cappellina -che con il passare dei tanti anni si venne a trovare a margine della strada statale settentrionale/sicula 115- fu venerata da tutta la popolazione di Siculiana sino agli anni sessanta del secolo XX,quando venne irrimediabilmente distrutta a seguito di un disastroso incidente stradale. Dal matrimonio di Basile Luigi con Maria Rosaria Impiduglia discesero i figli Pasquale e Giuseppe.
Luigi Basile, fratello di G. Basile, fondatore dell'omonima azienda vinicola Agrimensore, Farmacista, Enologo. Fu Capitano della Gua...
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Basile Salvatore, missionario Redentorista, fratello di G. Basile |
Il Padre Giuseppe Russo, della Congregazione del Santissimo Redentore di Agrigento, dà alcune notizie del Padre Salvatore Basile nel suo libro “I Redentoristi in Agrigento” edito dagli “Amici di Sant’Alfonso” Agrigento 2005. Il Vescovo Emerito di Nicastro Monsignor Vincenzo Maria Jacono, nativo di Siculiana (1898-1975) raccontava nel lontano 1970 agli eredi del Padre Salvatore -i quali erano andati a visitarlo presso la sua sede della Basilica Vaticana di S.Maria Maggiore in Roma- che all’inizio della Sua adolescenza era solito frequentare, tra i secoli XIX e XX, la casa della famiglia Basile dove iniziò la Sua giovanile catechesi,guidato dalla suora laica Domenica Basile, sorella del Padre Salvatore. Rammentava inoltre il Vescovo che il Padre Salvatore fu proprio colui che lo assistette, con amore spirituale, nella maturazione della Sua vocazione religiosa, ricordando, con commozione, che il Sacerdote Redentorista Padre Salvatore Basile lo accompagnò personalmente a varcare la soglia del Seminario Vescovile di Girgenti (oggi Agrigento) da dove ebbe inizio la Sua carriera ecclesiastica, con l’ordinazione sacerdotale del 21 maggio 1921 e con la successiva consacrazione vescovile in data 22 settembre 1950.
Basile Salvatore, missionario Redentorista, fratello di G. Basile Fu Missionario Redentorista della Congregazione di Sant’Alfonso de Lig...
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Vincenzo Basile, fratello di G. Basile |
Ricevette tutta la sua formazione da Gesuita nella terra di Sicilia, entrando così nella Provincia Siciliana dei Padri Gesuiti: Alcamo,Marsala e Palermo furono le città che godettero dei benefici del suo primo zelo. Nel 1841 fu inviato dal Padre Generale Roothaan a Scutari per dare vita, come Superiore, ad una missione in Albania. Espulso dal Governatore Ottomano nel 1843, si trasferì a Ragusa (oggi Dubrovnik) in Croazia, dove si fermò su richiesta del Vescovo Tomo Jederlinic, imparando profondamente la lingua slava e dedicandosi con devozione ai ministeri religiosi. Dal 1845 al 1852 fu in Croazia parroco di Gradac e Superiore della Missione di Trebinje, visitando il territorio della sua vasta parrocchia,con 28 villaggì, a dorso di mulo.
Il Padre Basile scrisse numerose opere in lingua illirico-dalmata,in correlazione alla sua Missione Apostolica in terra slava.In occasione della sua morte il giornale “Sicilia Cattolica” del 6/7 marzo 1882 così scrisse: “Col più grande dolore si è intesa nella nostra città la morte del carissimo e santo missionario, il Padre Vincenzo Basile, tanto caro a quanti lo conobbero, tanto benemerito della Chiesa e decoro dell’Ordine cui apparteneva e che fu un vero apostolo nel corso della sua vita esemplare (….).
Il bene per la salvezza della anime lo spingeva a proclamare il messaggio evangelico non solo ai cristiani, ma anche tra coloro che professavano un credo differente dal suo, quali erano gli Slavi di Dalmazia e gli Albanesi, notoriamente di religione mussulmana. Il Padre Vincenzo Basile, amico del Padre Vincenzo Cusmano, si spense nella Pia Casa del Boccone del Povero a S.Marco in Palermo la mattina del 3 marzo 1882 e il suo corpo riposa nella tomba di famiglia nel cimitero Santo Spirito di S.Orsola a Palermo.
Vincenzo Basile, fratello di G. Basile Contrastando la volontà del padre che lo voleva medico,entrò nel noviziato della Compagnia di Ges...
BASILE MANLIO (1935) Laureato in Scienze Politiche iniziò il suo primo lavoro come Marketing Manager presso una importante industri aliment...
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Onofrio Basile, canonico della Cattedrale di Agrigento, fratello di G. Basile |
Onofrio Basile, canonico della Cattedrale di Agrigento, fratello di G. Basile Ordinato Sacerdote nel 1837 dal Vescovo agrigentino Piet...
A cura di Antonino Frenda Premessa Ricostruire l'universo materiale e simbolico della millenaria cultura della vite e del vin...
La pioggia durante la siccità (1881) Nel 1881 c'era grande penuria d'acqua e la prima domenica di Quaresima si volle fare una pro...
BASILE GIUSEPPE, Medico Garibaldino (1830-1867). Dopo avere conseguito la laurea in Farmacia nel 1853, esercitò la professione di farmacista a Siculiana sino al 1859, anno in cui, appassionato di medicina, conseguì la laurea in Chirurgia e successivamente in Medicina.
"Quel proiettile estrasse il Professore Zannetti e forse non doveva (...) Avrebbe dovuto essere estratto invece dal Dottor Basile, il quale medicò sempre il piede del Generale e fu il primo a toccare la palla con lo specillo di Nélaton. Né dubito quindi affermare che il Professore Zannetti avrebbe forse meglio provveduto alla dignità dell'arte (medica) se avesse detto al Dottor Basile: estraete voi la palla".
Il Museo #MeTe ospita una sezione espositiva dedicata interamente a Giuseppe Basile. Del prode chirurgo dei Mille il Museo ospita lette...

Le origini, il rito della Mattanza, i canti e la storia Le origini e il rito della Mattanza: La storia della Mediterraneo è speculare a...
A est, ad alcune migliaia di sistanza, verso le tre del pomeriggio avvistammo la testa della colonna Pallavicini, incaricata di attaccarci: giudicando troppo debole la posizione dove avevamo riposato, allo scoperto e facilmente accerchiabile, ordinai di spostare il campo in montagna; arrivammo al limite della bellissima foresta di pini che corona l'Aspromonte e ci accampammo dandole le spalle, con di fronte i nostri avversari.
Arrivato a tiro, il corpo Pallavicini formò le sue linee, avanzò risolutamente verso di noi e cominciò col solito fuoco avanazato, sistema adottato anche dai borbonici e che ho già descritto come inadeguato.
Noi non rispondemmo. Che terribile momento per me! Ero disfronte al dilemma se deporre le armi, vigliaccamente, o se sporcarmi le mani di sangue fraterno!
Un simile scrupolo non lo ebbero i soldati della monarchia, o meglio, i comandanti di quei soldati:
che contassero sul mio onore per la guerra civile?
Probabile, e infatti marciavano su di noi con una tranquillità che lo lasciva supporre.
Ordinai di non fare fuoco e fui obbedito, tranne che da un gruppetto di giovani ardenti alla nostra destra, comandati da Menotti, che vedendosi caricati sfacciatamente, caricarono a loro volta e respinsero gli avversari.
La nostra posizione, in alto, con le spalle alle spalle al bosco, era di quelle da poter tenere in dieci contro cento, ma a cosa serviva, se non ci difendevamo gli attaccanti ci avrebbero raggiunto in fretta. E siccome quasi sempre succede che gli assalitori sono tanto più sicuri di sè quanto minore è la resistenza dell'avversario, i bersaglieri che ci coprivano infittavano maledettamente i loro tiri, ed io, che mi trovavo fra le due linee per evitare la strage, ebbi in regalo due palle di carabina, una all'anca sinistra e l'altra sul piede destro.
Conteporeaneamente fu ferito anche Menotti.
Avendo ordine di non sparare, quasi tutta la nostra gente si ritirò nella foresta, e rimasero con me tutti i miei prodi ufficiali, fra i quali tre ottimi chirurghi, Ripari, Basile ed Albanese, alle cui cure premurose devo certamente la mia vita.
Finalmente, dopo marce disastrose lungo sentieri impraticabili, l'alba del 29 agosto 1862 ci vide sull'altipiano dell'Aspromon...
Il padre, Pasquale, esercitò la professione di agrimensore oltre ad essere un facoltoso possidente terriero con allevevamento di cavalli e una vasta tenuta per la coltivazione della vite curata e portata avanti dal figlio Luigi.
La madre Vita Schembri Volpe, casalinga, proveniva da una facoltosa famiglia siculianese.
Basile ebbe una sorella e quattro fratelli:
Domenica (religiosa laica); Onofrrio (monsignore canonico); Salvartore (sacertode teatino); VIncenzo (sacerdote gesuita); Luigi (agrimensore e farmacista).
Basile consegui la laurea in Farmacia presso l'Università di Palermo nel 1853.
Esercitò l'attività di farmacista dilettandosi di chirurgia (come riferiva il nipote farmacista Pasquale) operando abusivamente nel retro della farmacia, fino a quando ( notizie tramandate in famiglia) a seguito di un intervento chirurgico per tumore alla mammella, venne denunciato dal Protomedico di Siculiana.
Si trasferì quindi a palermo, dove si iscrisse alla Facoltà di Medicina, conseguendo la Laurea di Medicina nel 1859.
Fu allievo prediletto di Giovanni Gorgone docente di Anatomia Descrittiva e direttore della Clinica Chirurgica dell'Università di Palermo non che CHIRURGO MAGGIORE dell'Ospedale Civico.
Il Basile svolse la professione di Chirurgo (all'epoca esisteva la separazione tra la Laurea in Medicina e laurea in Chriururgia) molto probabilmente a Palermo dove entrò a far parte del Comitato Segreto Rivoluzionario, presieduto dal Medico Gaetano la Loggia.
Nel Maggio 1860 raggiunse Garibaldi a Partinico, dove si mise subito all' opera amputando il braccio sinistro ad un certo Salvatore Patti.
Di là passò con Garibaldi al Piano di Renda e poi al Pioppo, rientrando da ultimo a Palermo dove fra altri feriti curò il figlio di Daniele Manin.
A Milazzo nella campagna del 1860, improvvisò un ospedale da campo nel Convento dei Carmelitani.
La sua carriera di chirurgo militare si svolve nelle campagne del 1860-1862 e 1866 con il grado di capitano, come primo chirurgo assistente insieme al collega Enrico Albanese, entrambi facenti parte dell'Ambulanza Generale di cui era capo il Dott. Pietro Ripari.
Il 29 Agosto 1862 il Generale Giuseppe Garibaldi fu ferito al piede destro dai Bersaglieri del Colonnello Pallavicini.
Molto si discusse, al livello scientifico, anche in campo internazionale, sulla presenza o meno della palla nella ferita della caviglia destra di Garibaldi.
La diagnosi del Basile non tenuta nella dovuta considerazione dai noti chirururghi che si avvicendarono al letto del Generale, si dimostrò corretta e la sua attività assistenziale qualificata e delicata fu sempre molto apprezzata da Garibaldi.
Sarà membro dell'Accademia Fisio-Medico-Statistica di Milano seguente motivazione:
"Il Chiarissimo Sig. Dott. BASILE Chirurgo Curante la Ferita del GRANDE GARIBALDI a Pisa e dichiarato SOCIO CORRISPONDENTE di questa ACCADEMIA SCIENTIFICA, autorizzata con sovrana risoluzione il giorno 18 Ottobre 1845".
Nel 1867 si ritrovava a Caprera presso il Generale Garibaldi.
A causa dell'epidemia di colera che colpì pesantemente Siculiana si determinò una carenza di medici per l'assistenza dei colerosi.
Il Basile partì immediatamente anche perchè erano stati colpiti i fratelli Onofrio e Luigi.
Così mentre riuscì a curare il fratello Luigi lo stesso Giuseppe Basile contrasse il colera che lo portò alla morte alla giovane età di 37 anni.
Giuseppe Basile naque a Siculiana (Ag) il 9 Giugno 1830 e lì mor il 26 1867. Il padre, Pasquale, esercitò la professione di agrimensore o...