BIOGRAFIA BASILE VINCENZO (1811-1882)

Vincenzo Basile, missionario Gesuita
Vincenzo Basile, fratello di G. Basile
Contrastando la volontà del padre che lo voleva medico,entrò nel noviziato della Compagnia di Gesù presso la Casa Professa di Palermo, il 14 luglio 1827. Dopo anni di appassionati studi di filosofia e teologia e con una approfondita padronanza della lingua latina, venne ordinato sacerdote il 31 luglio 1843, divenendo Missionario dei Padri Gesuiti.

Ricevette tutta la sua formazione da Gesuita nella terra di Sicilia, entrando così nella Provincia Siciliana dei Padri Gesuiti: Alcamo,Marsala e Palermo furono le città che godettero dei benefici del suo primo zelo. Nel 1841 fu inviato dal Padre Generale Roothaan a Scutari per dare vita, come Superiore, ad una missione in Albania. Espulso dal Governatore Ottomano nel 1843, si trasferì a Ragusa (oggi Dubrovnik) in Croazia, dove si fermò su richiesta del Vescovo Tomo Jederlinic, imparando profondamente la lingua slava e dedicandosi con devozione ai ministeri religiosi. Dal 1845 al 1852 fu in Croazia parroco di Gradac e Superiore della Missione di Trebinje, visitando il territorio della sua vasta parrocchia,con 28 villaggì, a dorso di mulo.

Nel 1855 fu nominato Visitatore Apostolico con funzione di Vescovo nella diocesi di appartenenza, dove si dedicò al rinnovo della chiesa locale e dove amministrò oltre tremila cresime. Dopo un breve soggiorno in Sicilia dal 1859 al 1861 ritornò in Croazia a Pozégo,come padre spirituale, consultore e direttore di varie congregazioni religiose. Nel 1872, Mons.Domenico Turano, appena consacrato Vescovo di Agrigento, chiese al Padre Generale della Compagnia di Gesù, con sede a Roma, di avere Padre Basile per la predicazione nella sua diocesi. 

Per tanti anni predicò Esercizi Spirituali nel tempo di Quaresima e diede Missioni non solo ad Agrigento, ma anche nelle diocesi di Siracusa, Palermo e Trapani. Nel 1880, in occasione del suo pellegrinaggio in Terra Santa, predicò gli Esercizi Spirituali al Seminario di Gerusalemme.

Il Padre Basile scrisse numerose opere in lingua illirico-dalmata,in correlazione alla sua Missione Apostolica in terra slava.In occasione della sua morte il giornale “Sicilia Cattolica” del 6/7 marzo 1882 così scrisse: “Col più grande dolore si è intesa nella nostra città la morte del carissimo e santo missionario, il Padre Vincenzo Basile, tanto caro a quanti lo conobbero, tanto benemerito della Chiesa e decoro dell’Ordine cui apparteneva e che fu un vero apostolo nel corso della sua vita esemplare (….). 

Era venerato ed amato come un santo e per le sue singolari virtù si attirò il cuore di tutti(….). Egli ricevette singolari lodi dalla Santa Sede e Pio IX l’accolse reduce dalla sua missione con un affetto straordinario, congratulandosi con lui del bene fatto e degli abbondanti frutti raccolti. Quindi lo trattò con singolare benevolenza e familiarmente si intrattenne con lui(….). Quanti lo conobbero dicevano: la predicazione del Padre Basile non è comune, ma è come quella di un santo(….).

Il bene per la salvezza della anime lo spingeva a proclamare il messaggio evangelico non solo ai cristiani, ma anche tra coloro che professavano un credo differente dal suo, quali erano gli Slavi di Dalmazia e gli Albanesi, notoriamente di religione mussulmana. Il Padre Vincenzo Basile, amico del Padre Vincenzo Cusmano, si spense nella Pia Casa del Boccone del Povero a S.Marco in Palermo la mattina del 3 marzo 1882 e il suo corpo riposa nella tomba di famiglia nel cimitero Santo Spirito di S.Orsola a Palermo. 

L’elogio funebre, che fu pronunciato il 1° marzo 1882 nella Chiesa Madre di Siculiana dal rettore Don Giovanni Moscato e che si conserva nella Biblioteca dei Padri Gesuiti di Palermo a Casa Professa, ha il privilegio di fare un modello del Suo ricordo per mantenerlo vivo nella fede e nella speranza.

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