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Vincenzo Basile, fratello di G. Basile |
Ricevette tutta la sua formazione da Gesuita nella terra di Sicilia, entrando così nella Provincia Siciliana dei Padri Gesuiti: Alcamo,Marsala e Palermo furono le città che godettero dei benefici del suo primo zelo. Nel 1841 fu inviato dal Padre Generale Roothaan a Scutari per dare vita, come Superiore, ad una missione in Albania. Espulso dal Governatore Ottomano nel 1843, si trasferì a Ragusa (oggi Dubrovnik) in Croazia, dove si fermò su richiesta del Vescovo Tomo Jederlinic, imparando profondamente la lingua slava e dedicandosi con devozione ai ministeri religiosi. Dal 1845 al 1852 fu in Croazia parroco di Gradac e Superiore della Missione di Trebinje, visitando il territorio della sua vasta parrocchia,con 28 villaggì, a dorso di mulo.
Nel 1855 fu nominato Visitatore Apostolico con funzione di Vescovo nella diocesi di appartenenza, dove si dedicò al rinnovo della chiesa locale e dove amministrò oltre tremila cresime. Dopo un breve soggiorno in Sicilia dal 1859 al 1861 ritornò in Croazia a Pozégo,come padre spirituale, consultore e direttore di varie congregazioni religiose. Nel 1872, Mons.Domenico Turano, appena consacrato Vescovo di Agrigento, chiese al Padre Generale della Compagnia di Gesù, con sede a Roma, di avere Padre Basile per la predicazione nella sua diocesi.
Per tanti anni predicò Esercizi Spirituali nel tempo di Quaresima e diede Missioni non solo ad Agrigento, ma anche nelle diocesi di Siracusa, Palermo e Trapani. Nel 1880, in occasione del suo pellegrinaggio in Terra Santa, predicò gli Esercizi Spirituali al Seminario di Gerusalemme.
Il Padre Basile scrisse numerose opere in lingua illirico-dalmata,in correlazione alla sua Missione Apostolica in terra slava.In occasione della sua morte il giornale “Sicilia Cattolica” del 6/7 marzo 1882 così scrisse: “Col più grande dolore si è intesa nella nostra città la morte del carissimo e santo missionario, il Padre Vincenzo Basile, tanto caro a quanti lo conobbero, tanto benemerito della Chiesa e decoro dell’Ordine cui apparteneva e che fu un vero apostolo nel corso della sua vita esemplare (….).
Il Padre Basile scrisse numerose opere in lingua illirico-dalmata,in correlazione alla sua Missione Apostolica in terra slava.In occasione della sua morte il giornale “Sicilia Cattolica” del 6/7 marzo 1882 così scrisse: “Col più grande dolore si è intesa nella nostra città la morte del carissimo e santo missionario, il Padre Vincenzo Basile, tanto caro a quanti lo conobbero, tanto benemerito della Chiesa e decoro dell’Ordine cui apparteneva e che fu un vero apostolo nel corso della sua vita esemplare (….).
Era venerato ed amato come un santo e per le sue singolari virtù si attirò il cuore di tutti(….). Egli ricevette singolari lodi dalla Santa Sede e Pio IX l’accolse reduce dalla sua missione con un affetto straordinario, congratulandosi con lui del bene fatto e degli abbondanti frutti raccolti. Quindi lo trattò con singolare benevolenza e familiarmente si intrattenne con lui(….). Quanti lo conobbero dicevano: la predicazione del Padre Basile non è comune, ma è come quella di un santo(….).
Il bene per la salvezza della anime lo spingeva a proclamare il messaggio evangelico non solo ai cristiani, ma anche tra coloro che professavano un credo differente dal suo, quali erano gli Slavi di Dalmazia e gli Albanesi, notoriamente di religione mussulmana. Il Padre Vincenzo Basile, amico del Padre Vincenzo Cusmano, si spense nella Pia Casa del Boccone del Povero a S.Marco in Palermo la mattina del 3 marzo 1882 e il suo corpo riposa nella tomba di famiglia nel cimitero Santo Spirito di S.Orsola a Palermo.
Il bene per la salvezza della anime lo spingeva a proclamare il messaggio evangelico non solo ai cristiani, ma anche tra coloro che professavano un credo differente dal suo, quali erano gli Slavi di Dalmazia e gli Albanesi, notoriamente di religione mussulmana. Il Padre Vincenzo Basile, amico del Padre Vincenzo Cusmano, si spense nella Pia Casa del Boccone del Povero a S.Marco in Palermo la mattina del 3 marzo 1882 e il suo corpo riposa nella tomba di famiglia nel cimitero Santo Spirito di S.Orsola a Palermo.
L’elogio funebre, che fu pronunciato il 1° marzo 1882 nella Chiesa Madre di Siculiana dal rettore Don Giovanni Moscato e che si conserva nella Biblioteca dei Padri Gesuiti di Palermo a Casa Professa, ha il privilegio di fare un modello del Suo ricordo per mantenerlo vivo nella fede e nella speranza.